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Arrivederci ...

Con immenso dolore annunciamo che è mancato all’affetto dei suoi cari il nostro amato Presidente Giacinto Damiani. Il funerale avrà luogo domani, sabato 21 maggio, alle ore 15.30 nella Chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori di Serra San Bruno (VV). Esempio di dedizione all’onestà, al lavoro e alla famiglia, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di quanti in vita ne hanno apprezzato la profondità di cuore e l’impegno sociale. E’ infinitamente difficile trovare le parole giuste in questo momento per ricordare un amico, un collega, un padre; ma con la Sua lungimiranza ci ha lasciato in aiuto, tra le tante, questa poesia.     Sandro Gaetano Una lacrima per chi nasce, un sorriso per chi muore (Giacinto Damiani, 11.08.21) Se il riposo non ci fosse? Se il dolore dominasse? Se la vita fosse eterna? Tutti via con la lanterna  a cercare il Creatore, invocandone col core, Sora Morte e con fervore. Quandu muoru io? Faciti festa!  Ca io la tiegnu a parrari! A cui assumigghja sora Morte? Nu puo

Albo d'oro 2019 - "Vecchju poeta" di Bruno Versace

Vecchju  poeta


Quandu  ‘ccocchjunu,  pa’  curiusità,

spija  comu  passavi  la  me’  vita,

eu  rispundu  cu’  garbu  e  dignità:

“jocandu  onestamenti  a  me’  partita.

                 

Si  d’i  voti  vincìa  non  mi  vantai,

ca  non  mi  ‘ntisi  mai  ‘na  grossa  cima;

quando  perdivi?  Non  mi  sbarrogai,

‘llongavi  u  passu….e  avanti  comu  prima.

Penzu  cuntentu  e’  treni  chi  pigghjai

ma  troppi  furu  chillhi  chi  perdìa;

‘rrobba  suverchja  no’  la  vorzi  mai

ca  mi  bastava  chillhu  chi  nd’avìa.

                  

Oji  mi  ricogghjivi  i  cart’o’  pettu,

ma  ogni  tantu  mi  pigghja  a  fantasia

e,  sdillongatu* avant’o  caminettu,

 provu  mi  scrivu ‘ccocchji pojisia.


‘Rrivavi  quasi  ormai  a  distinazioni,

n’zò  chi  non  fici  no’ lu  fazzu  cchjuni.

Finiru  i  danzi,  cediru  li  soni,

chjumpiru  i  serenati  e  li  canzuni.


E  quandu  spunta  chillha  cu’  cuzzuri,

sia  fatta  a  volontà  ‘i  Dominiddiu,

non  servanu   nè  medici  e  nè  curi;

….cu  nd’eppi  nd’eppi  e  cu  perdìu  perdìu!


Bruno Versace



Traduzione:


Vecchio poeta


Quando qualcuno, per curiosità,

chiede come ho passato la mia vita, 

io rispondo con garbo e dignità:

“giocando onestamente la mia partita.  

Se alle volte ho vinto non mi vantai

perché non mi son sentito mai una grossa cima;

quando ho perso? Non mi scoraggiai,      

ho allungato il passo….e avanti come prima.  


Penso contento ai treni che riuscii a prendere  

ma troppi furono quelli che ho perso; 

il dipiu non l’ho mai voluto      

perché mi son fatto bastare quello che avevo.


Oggi ho ritirato le mie carte dal gioco,

ma ogni tanto mi solletica la fantasia                   

e, stravaccato davanti al caminetto,

provo a scrivere qualche poesia.


Sono arrivato ormai quasi a destinazione,

ciò che non ho fatto non riuscirò piu’ a farlo.   

Finirono le danze, cessarono i suoni,

finirono le serenate e le canzoni.


E quando spunta quella con la falce,

sia fatta la volontà di Domeniddio,

non servono né medici e né medicine;

….chi ha avuto ha avuto e chi ha perso ha perso!


Bruno Versace


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