LA CULTURA UNIVERSALE DI MASTRO BRUNO, UNICO POETA-ANALFABETA
(propone una favola su cui meditare -rivolta al mondo intero- basta selezionare la lingua)
AUGURA A TUTTI SPECIE A POLITICI, GENITORI, GIOVANI UN 2018 DI UNIONE.
IL COMITATO CIVICO MASTRO BRUNO
AUGURA ANCHE UN FELICE NATALE
Il 21 Maggio 2016 nella giornata storica dedicata a Mastro Bruno Pelaggi, poeta-analfabeta ma, meritata voce della Treccani, abbandonai per un momento il messaggio dello Zzaccanu e pur sempre come latore di Mastro Bruno, raccontai al folto pubblico, ai numerosi studenti presenti la:
“FAVOLA DELLE TRE GRAZIE"
“C'era una volta” una coppia di coniugi povera, poverissima, mangiava quando poteva trovare, cosa non facile, qualcosa da mettere sotto i denti. Era la notte di Natale e si trovavano in un casolare abbandonato, unica ricchezza, era la legna che ardeva regalando loro un, utile, bellissimo fuoco. Avevano tanta, tanta, tanta fame. Si disperavano, piangevano. Compare, all'improvviso, un personaggio indefinito che dice: “da questo momento avete tre Grazie a disposizione, potete chiedere tutto ciò che volete, ogni desiderio vi sarà esaudito”. Il personaggio scompare. Marito e moglie si guardano increduli. Preso dai morsi della fame il marito, quasi inconsciamente, a modo di provocazione, guardando la brace che ardeva, dice: “sarebbe bello se ci fossero su quel fuoco cinque o sei costate di maiale”. Non ebbe finito di parlare che la carne comparve. La moglie resasi subito conto che il marito aveva sciupato una grazia per quattro fette di carne, lo rimproverò: “potessero caderti le mani, sciupi una grazia per quattro fette di carne? Le mani del marito prendono il volo, scompaiono. Passano la notte parlando col dubbio, con tanto di interrogativo: se chiedessimo, se chiedessimo, se chiedessimo… insomma si ritrovano alle luci dell'alba, senza fuoco, con la carne carbonizzata, più infreddoliti di prima, e l'unica decisione saggia, l’ultima grazia, è spesa per far riavere le mani al marito". Troppe Comunità, non siamo i soli, somigliano per tanti aspetti a quei coniugi, che gratificati da tanta grazia di Dio potrebbero stare bene tutti ma, come tanti idioti ci si divide, si litiga, si perde inesorabilmente, una cosa per volta, tutto quello che si ha, perché non lo si apprezza e quindi non lo si merita. Senza l'unione, mancano le regole e la cultura e c'è solo miseria. Le divisioni generano solo corruzione.
Giacinto Damiani
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