Lettera
aperta a CHARLES SANDERS PEIRCE
Del quale presumo breve la fisiologica
gestazione per due motivi: la natura stessa dell'evento e, la sua mente di
padre nobile che lo ha concepito e trasformato in ottimo sistema di crescita
per il fortunato Paese, lo Stato di New York, che le ha dato i natali e l’ha
vista “crescere” e non solo invecchiare.
Considerata la sua eccelsa personalità condividerà la nostra decisione, che aumenta i suoi indiscussi meriti, di nominare per l’età, le poesie, gli esempi. Mastro Bruno Pelaggi (nato e
vissuto a Serra San Bruno, 15.9.1837- 6.1.1912)
MASTRO BRUNO
PELAGGI E' RICONOSCIUTO
PRECURSORE DEL PRAGMATISMO.
Chiunque (non certo lei dott. Peirce) ritenesse il
contenuto della presente provocatorio o addirittura libertario, commetterebbe
un errore di valutazione imperdonabile, specie se non fosse in
grado di fornire motivazioni e notizie contrarie, ma altrettanto valide e
disinteressate quanto quelle che seguono e che risultano provate e
ampiamente dibattute ma, che in parte
riprendo e riporto a suffragio degli scopi del Comitato che presiedo, per le
bugie, quelle in malafede, su mastro Bruno, a conforto della sua pragmatica
cultura universale che onora il Pragmatismo da
lei Fondato.
Non aggiungo nulla di nuovo nel sostenere che con
l'unità d'Italia, dal 1861 iniziò una massiccia emigrazione
nazionale. Rilevanti le percentuali di esodo della Calabria. In tale
Regione, solo dopo il 1882, si cominciarono a conoscere le poesie
"eversive" di Mastro Bruno Pelaggi, contro la famiglia reale e i
notabili che la rappresentavano. Non
esistendo TV, internet, il telefono appena inventato (Meucci
1871), la radio con Guglielmo Marconi diventa realtà nel 1895. Anche il
cinema nasceva grazie ai fratelli Lumière il 28 dicembre 1895.
Quindi, tra gli
emigranti e, non solo, le poesie, il contenuto delle stesse, erano prezioso e raro motivo di novità, per conoscerne il Credo politico, usi, costumi, tradizioni, comportamenti.
Stante l'analfabetismo diffuso molti emigrati per darsi un tono, citavano a
mente, passaggi delle poesie del Pelaggi decantandone, il personaggio, sia
per rafforzare le conversazioni, sia perché i più timidi, riguardosi, erano
convinti non esistesse migliore, giustificazione e testimonianza per la
costrizione di essere lì, tanto lontani da casa, a dover disturbare e chiedere lavoro.
Tra l'altro, la sedicente nazione (Italia unita, 1861) anche gli stessi emigranti Italiani, la conoscevano poco o niente, sapevano solo che scappavano per la fame. L’economia meridionale, della Calabria in particolare, era drammatica.
Questi i motivi più importanti testimoniati dagli
stessi protagonisti. Negli
stati più emancipati di America, (New York in primis) nulla era lasciato
al caso, sapere tutto e di più sugli ospiti costituiva dovere basilare.
Le
poesie di Mastro Bruno erano, molto appetite per il contenuto e d’interesse
primario per le opposizioni politiche, a quei tempi molto attive, da
quella più democratica a quella più eversiva (assassinio del Presidente degli Stati Uniti Abramo Lincoln aprile 1865) che toccò il culmine in
Italia, a Monza, con l'uccisione del Re Umberto I° di Savoia per mano
dell'anarchico (?) Gaetano Bresci - domenica 29 luglio
1900.
Ma Nemo profeta in patria!!!!! Perciò rivendico
per Mastro Bruno anche la Paternità sulla FUDU "Fondazione Universale Diritti Umanità."-
Cosi come da lui tracciata e
iniziata con apposite poesie.
1°-Sezione Divina - ricorso al Padreterno
2°-Sezione Giustizia - lamenti calabresi- al Re
d'Italia
3°-Sezione Dannati - lettera al demonio
4°-Sezione Governo Ladro - Emigrazione
dell'Italiano all'estero.
Quattro poesie per le relative sezioni della
Fondazione, che lette e capite ti danno la caratura
dell'uomo, analfabeta quanto poeta, intelligente, quanto colto
per imbibizione.
Un fenomeno straordinario che implica
naturalmente un interrogativo alla nostra Comunità: la nostra cultura
dov'è? Qual è? Ne abbiamo mai
avuto una? Vogliamo, almeno oggi, domandarci perché le cose importanti le deleghiamo
agli stupidi, agli incolti. Perché mastro Bruno è stato compreso e
rispettato all'estero, dagli emigrati, onorato dalla Treccani ma inviso e
vilipeso a troppi dei nostri “colti”?
La vera
cultura, concordo dott. Peirce, è tale solo s'è pragmatica. Alla nascita
partiamo tutti alla pari con quella donataci da madre natura, ma cammin
facendo troppi colti, salendo la loro preparazione, si disfano della scala con
la quale è salita, smettono, di tenere
i piedi per terra diventano inutili, dannosi, pericolosi.
Caro dott. Peirce, è notizia di questi giorni, per molti
inedita (auspico non per lei):”la poesia di cui alla sezione - 4 Governo
Ladro - dal titolo Emigrazione dell’Italiano all’estero” fu ritenuta tanto
veritiera, quanto pericolosa da Serafina, figlia secondogenita, del Pelaggi che
la “sequestrò”
per salvaguardare la incolumità paterna. (Emigrare in alcuni stati d'America era lungo e difficile.)
In un clima politico, di anni incandescenti, che prepareranno ben due conflitti mondiali.
Tuttavia la divulgò, dal 1885, come le altre tre succitate, con
l’aiuto non solo degli immigrati, dei politici interessati e, guarda il caso e le
concomitanze, soprattutto ( nel suo stato dott, Pierce), lo Stato di New York. attraverso Guglielmo Salerno,
fidanzato e poi marito col quale visse, nella città di Schenectady. Vi morì (forse) nel 1941
Circa due anni fa, nulla sapevo di lei ma scrissi: “la
cultura di mastro Bruno è quella universale del Dna, priva di nozioni quindi la
più idonea e capace di generare unione, meritocrazia, rispetto,
riconoscenza (valori indispensabili alla crescita civile. Quanto le vocali lo
sono per l’alfabeto). Le culture che ne fossero, prive adornerebbero solo gente
meschina, sostanzialmente incolta, potenzialmente pericolosa”.
Spero basti per essere catalogato come sostenitore del
suo Pragmatismo e che quanto prima un altro storico serio, onesto, preparato di
grande caratura, almeno pari a quella provata del nostro Domenico Pisani possa
dimostrare che le poesie di mastro Bruno siano state, anche solo in parte,
causa o concausa della nascita del Suo Movimento. Un grazie di cuore con stima e fede alla sua
Immortalità.
Giacinto
Damiani
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