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La neve fiocca ...
lenta.....lenta.....lenta.
Franco Gambino, pietra miliare
e grande esempio della narrativa, come pochi sanno esserlo.
Raro interprete della cultura universale di Mastro Bruno.
Ci regala una bella favola, reale, ricca di significati. (gd)
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca.
Senti: una zana dondola piano piano.
Un bimbo piange, il picciol dito in bocca;
Canta una vecchia, il mento sulla mano.
La vecchia canta: intorno al tuo lettino
C’è rose e gigli, tutto un bel giardino.
Nei bel giardino il bimbo si addormenta
La neve fiocca lenta, lenta, lenta. (G.Pascoli)
Lunedì 8 Gennaio riprendevano le lezioni a scuola. Pertanto il sottoscritto, Mario Era, Peppe Rachiele e la sua allora fidanzatina Maria Concetta Barillari, dovevamo rientrare a Nardodipace presso le cui scuole insegnavamo. Siamo partiti presto quella mattina con le nostre auto. Le strade erano sufficientemente percorribili anche se le carreggiate erano abbastanza strette. Il sole brillava su nel cielo sereno e metteva in risalto la bellezza del panorama. Tutto procedeva tranquillo. Quando, però, siamo arrivati alla valle di l’ardica, subito dopo il casello di monte Pecoraro le cose sono cambiate.
Restammo bloccati da un muro invalicabile di neve. La temperatura quasi tiepida dei giorni precedenti l’aveva fatta scivolare, a tonnellate dalla cima della collina su tutta la strada.
A scuola non saremmo certo arrivati in orario per l’ora delle lezioni, anche se a togliere la neve c’erano i cantonieri dell’ANAS, cioè il capo Manfredini che con la sua motocicletta poteva spostarsi e organizzare i lavori, Carlo Tassone, Turi Ariganello detto il Bersagliere per il suo metro e cinquanta di altezza, Cosimo Manno e Montagnese di Mongiana, Domenico Ionadi di Spadola.
Ma gli unici attrezzi usati dagli operatori erano badili e picconi e, con quella montagna di neve, l’opera di sgombero era un problema serio. Intanto la fila delle auto si era allungata; tornare indietro era impossibile perché la carreggiata era stretta e non c’era spazio per la manovra e ogni auto era di ostacolo all’altra: bisognava aspettare pazientemente.
Dopo qualche ora è arrivato un contadino con paio di buoi che trascinavano ‘nu paricchiu" usato per arare i campi. L’opera di sgombero è fallita subito dopo perché nello sforzo di trascinare e aprire un varco le corde che tenevano legati i buoi si sono spezzate.
Ormai incominciavamo a perdere ogni speranza, quando è spuntato non so da dove una piccola ruspa che trascinava, per mezzo di una larga e lunga cinghia di cuoio una specie di mietitrice che aspirava la neve e la lanciava nella vallata al di là dei paracarri. Tutti abbiamo tirato un sospiro di sollievo: potevamo farcela.
Già, proprio per niente! Dopo alcuni minuti di lavoro anche quella benedetta macchina si era inceppata peggiorandola situazione. Ora gli ostacoli erano diventati di ogni genere.
Non restava che riprendere i badili e spalare, spalare, spalare. I poveri cantonieri erano arci stanchi, si vedeva che non ce la facevano più. Qualcuno di noi ha tentato di dare una mano, ma la situazione era diventata difficile. Intanto il cielo si era rannuvolato; il freddo era aumentato, cadeva qualche pannizzu (fiocco) di neve e non bastava più il calore dei vari motori delle auto a riscaldarci.
Maria Concetta voleva accendere un fuoco con la legna secca che aveva portato per utilizzarla con le stufe a scuola, ma non trovava spazio tra un auto e l’altra.
Io avevo portato con me una bottiglia di Stock 84 e ho pensato di offrirla ai cantonieri per ristorarli. Loro hanno gradito l’omaggio e hanno iniziato subito a bere il cognac passandosi la bottiglia di mano in mano, anzi da bocca a bocca. L’effetto è stato immediato perché la spalatura manuale è ripresa con più solerzia. Forza, fra qualche ora saremo fuori dai guai. Ma non è stato così.
All’improvviso il bersagliere Ariganello si è sdraiato sulla neve e non si è più mosso. Ci siamo tutti preoccupati pensando a qualche collasso. Guardandolo bene, però, era evidente che non era stato colto da alcun malore; piuttosto sembrava dormire; lo sguardo mi è caduto sulla bottiglia di cognac: Ariganello l’aveva completamente svuotata. Con una certa difficoltà è stato collocato in un’auto e lasciato là a dormire.
Nel frattempo erano arrivati da Catanzaro Sala gli spazzaneve dell’ANAS e, così, verso l’imbrunire il sottoscritto, Peppe Rachiele e la sua allora fidanzatina Maria Concetta Barillari, Mario Era e altre numerose persone siamo arrivati a Nardodipace.
Aveva ripreso a nevicare e ……
Lenta la neve fiocca, fiocca, fiocca./
Senti: una zana dondola piano piano.
Franco Gambino
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