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Arrivederci ...

Con immenso dolore annunciamo che è mancato all’affetto dei suoi cari il nostro amato Presidente Giacinto Damiani. Il funerale avrà luogo domani, sabato 21 maggio, alle ore 15.30 nella Chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori di Serra San Bruno (VV). Esempio di dedizione all’onestà, al lavoro e alla famiglia, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di quanti in vita ne hanno apprezzato la profondità di cuore e l’impegno sociale. E’ infinitamente difficile trovare le parole giuste in questo momento per ricordare un amico, un collega, un padre; ma con la Sua lungimiranza ci ha lasciato in aiuto, tra le tante, questa poesia.     Sandro Gaetano Una lacrima per chi nasce, un sorriso per chi muore (Giacinto Damiani, 11.08.21) Se il riposo non ci fosse? Se il dolore dominasse? Se la vita fosse eterna? Tutti via con la lanterna  a cercare il Creatore, invocandone col core, Sora Morte e con fervore. Quandu muoru io? Faciti festa!  Ca io la tiegnu a parrari! A cui assumigghja sora Morte? Nu puo

Albo d'oro 2018 - "U brasceri" di Rocco Criseo

U BRASCERI


Arretu curri a menti e faci locu

A ddi sirat’i ‘nvernu nto brasceri 

Ssettati a rota tutti ‘ntorn’o focu                                

Na conch’e lignu pe ppojar’i pedi

                   

I facci russicavan’i caluri                                                   

E si faciva notti in cumpagnìa

Spittiddjav’a brascia e u hjuhhjaturi 

Tizzav’a bamp’all’artu mi caddìa 

                

U patri ca berritta e li cazzuni

A mamma cu lu sciallu e lu fantali 

U nonnu a testa bascia a penzuluni

Era nu mundu ‘nticu senza sciali


Nu temp’i misereddi e di signuri

Di scarpi rutti e di cadd’e mani 

A sira ddu brasceri era caluri

Chi dava forz’e hjatu a li viddani

               

Si caddìav’a nonna e ni niputeddi 

Cuntava favuleddi e cantileni

Di principi regini e di casteddi

Di gnomi fati draghi e di sireni 


Ddi brasc’i focu eranu ricchizza

Ricriu pe grandi e puru pe figghjoli

U cori si jinchiv’e cuntentizza

E si scangiav’e ‘nsiemi ddu paroli


Finiru ora li frischj e li frischjati 

Non si faci cchjù rot’a lu brasceri 

Dd’usanzi ‘ntichi sunnu ormai cangiati

Voliva pemmi tornu o temp’i jeri 


Rocco Criseo



Traduzione:


IL BRACIERE


Corre la mente indietro con la memoria

Alle serate d’inverno davanti al braciere

Seduti a ruota tutti intorno al fuoco

Una conca di legno per poggiare i piedi


I visi erano rossi di calore

E si faceva notte in compagnia

Scintillava la brace e il soffiatore

Attizzava la fiamma per riscaldare


Il padre con il berretto e i calzoni

La mamma con lo scialle e il grembiule

Il nonno a testa bassa a penzolone

Era un mondo antico senza godurie


Un tempo di miserelli e di signori

Di scarpe rotte e di calli alle mani

La sera il braciere era calore

Che dava forza e fiato ai contadini


Si scaldava la nonna e ai nipotini

Raccontava favole e cantilene

Di principi regine e di castelli

Di gnomi fate draghi e di sirene


Quelle braci di fuoco erano ricchezza

Sollievo per i grandi e per i piccoli

Il cuore si riempiva di contentezza

E si scambiava insieme due parole


Sono finiti ora i fischi e le fischiate

Non si fa ruota più davanti al braciere

Quelle usanze antiche sono cambiate

Volevo poter tornare ai tempi di ieri


Rocco Criseo


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