Nasce in quell'anno. Il pronipote, presidente del Comitato, anche a nome di tutti gli eredi Damiani, ringrazia lo scrittore Prof. Mimmo Stirparo per le ricerche e il presente, circostanziato, articolo a ricordo del bisnonno.
Luigi Damiani, primo Sindaco dell’Italia unita
La sua opera merita l’intitolazione di una pubblica strada di Serra San
Bruno
Nella toponomastica di Serra
troviamo alcune strade e piazze che ricordano i non pochi illustri figli di
questa nobile terra. Tra i tanti toponimi conosciamo un generico Largo
Damiani oggi P.zza T.nte P. Tedeschi ma
meglio conosciuto come lu chianu di Nitila ed un insignificante ed improprio
Villini Damiani per via di una schiera di villette edificate su terreno
proprietà di questa antica famiglia alle
spalle delle case popolari edificate sul viale che porta alla Scorciatina, inaugurate negli anni ’50 da un altro
serrese, il barone Filippo Tucci all’epoca Direttore generale del Ministero dei
Lavori Pubblici. Ma nessuna via pubblica ricorda un Damiani davvero importante
per la storia della comunità serrese e se erro mi piacerebbe essere smentito.
Del nostro personaggio, per la verità,
si hanno notizie scarne sulla vita e sull’operato per via di un incendio
che divorò tutto in quella casa di lu chianu di Nitìla abitata dai Damiani.
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Correva l'anno 1812. Nasce a Serra San Bruno. Luigi Damiani |
Sto ricordando, alle nuove
generazioni e, perché no, anche a tanti miei coetanei, l’avvocato Luigi Damiani
(Serra 1812 – 8 gennaio 1868), figlio di Giacinto, avvocato, stimato priore
della Confraternita dell’Addolorata negli anni 1809 e 1815 e di M. Giuseppa
Giancotti. Perché ricordare Luigi Damiani? Soprattutto perché davanti alla
storia risulta essere il primo sindaco della neonata Italia unita e di quella
cittadina che ancora veniva chiamata la Serra dal 1861 al 1863 dopo essere
stato primo cittadino negli anni borbonici 1840-1842 e 1846-1849. Solo per
questo? E no, sarebbe riduttivo. C’è dell’altro. Il dato, sicuramente più
importante, attribuito al nostro Damiani,
si riferisce al 22 gennaio 1863, allorchè re Vittorio Emanuele II, accogliendo una
deliberazione approvata l’11 novembre 1862 dal consiglio comunale guidato da
Luigi Damiani, appunto, con il Regio
Decreto n° 1140 si dava inizio alla
denominazione di “Serra San Bruno” e ciò in onore del Santo e del ritorno dei
Certosini nella nostra terra dopo l’espulsione voluta da Giuseppe Bonaparte e
dopo i tragici anni seguiti al disastroso terremoto del 1783. Tanto perché,
come detto prima, fino ad allora, ed ancora oggi tra gli anziani e tanti forestieri,
si usava chiamare il nostro paese “la Serra”. Per non incorrere ad ambiguità e
disguidi, il Ministero aveva suggerito ai vari comuni che portavano lo stesso
nome di cambiarlo o aggiungere al vecchio toponimo una denominazione consona
alla propria storia civile o religiosa o alle caratteristiche
geografico-ambientali.
Sempre a metà del’800, in
occasione del ritorno dei monaci bruniani, Luigi Damiani, assieme al nuovo
priore dom Vittore Nabantino, sottoscrisse un atto notarile redatto dal notaio
Domenico Tucci col quale si stabiliva il passaggio di proprietà dal Comune alla
Certosa del busto reliquiario del Santo di Colonia.
Ed ancora. Nel 1841 il Damiani
deliberava la costruzione del cosiddetto Stradone che doveva congiungere “ il
villaggio di Spinetto” a Terravecchia allora considerato Comune. Un altro
intervento, preparato dal Damiani negli anni precedenti, si ebbe nel 1850 con
la proclamazione della Madonna Addolorata
speciale Protettrice di Serra, di tutta Serra.
E scusate se è poco e per quei
tempi poi! Insomma un Luigi Damiani sindaco zelante e molto operativo per la
sua terra che va ricordato con l’intitolazione di una pubblica strada o piazza
e magari quella che porta alla fontana della Scorciatina oggi un po’
anacronistica Via Vittorio Veneto. Del nostro illustre concittadino oggi rimane
un artistico ritratto, custodito dagli eredi, dipinto attorno al 1880 da
Giuseppe Maria Pisani senior.
Al postutto faccio mie le accorate espressioni
di Sharo Gambino secondo il quale Serra San Bruno e i suoi tanti figli illustri
vanno valorizzati e ricordati perché costituiscono “…la storia di un popolo che ha sempre saputo
lottare e vincere e che merita di veder rinnovato il suo glorioso passato con
sagge iniziative, con incentivi che valorizzino le immense risorse latenti, non
spente, tra la gioventù. Si lascino una buona volta e per sempre le fazioni, le
critiche non costruttive, le contrarietà per partito preso. Si operi con
coscienza avendo dinnanzi l’esclusivo bene delle future generazioni.”
Mimmo Stirparo
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