Caro Domenico,
memoria, riconoscenza, rispetto, secondo la cultura
universale di Mastro Bruno, sono il naturale, indispensabile, carburante
del vivere civile, capace di condizionare in positivo, lo sviluppo e
il progresso della comunità e del territorio.
Con tali sentimenti all'età
di sedici anni, (vedi "Cronaca Sirrisi") già stimavo tuo padre Giuseppe
Maria Pisani prevedendone, consentimi, l'importanza per il futuro di Serra San
Bruno. Il suo successo, accompagnato dalla crescente qualità delle sue opere, travalicò
- e non di poco - i confini previsti e in cuor mio auspicati, perché
nutrivo per la persona rispetto e affetto largamente giustificati
e, ampiamente dichiarati fino al 2016. Gli scritti, depositati anche in
Certosa, sono reperibili sul blog (vedi "Giusmaria" e
"Giuseppe Maria Pisani, ricordo dell'uomo"). I conti tornano, specie
nel mio caso. Così, dopo tanti lustri, dopo averti rincontrato nella veste di
acclarato, prezioso storico d'arte e docente, consumando una pessima
cena mitigata da un interessante carrellata a ritroso nel tempo, rilevatasi
utile, ti confidai il desiderio di voler continuare a valorizzare l'uomo
Mastro Bruno e i relativi insegnamenti espressi e taciuti,
ritenendolo, per valori riconosciuti anche dal prestigioso dizionario
biografico Treccani, il miglior depositario della cultura universale" (vedi
"auguri a Mastro Brunu"). Aggiunsi: «Vorrei dedicargli un Blog
utile anche al territorio». Forse per provocarmi dicesti: «Perché
non lo fai?». Sostenni che intanto ero un candidato di seconda serie, non
potevo far pesare una conoscenza letteraria che non avevo e poco sarebbe
valso sostenere che avevo appreso dai miei genitori che Mastro Bruno fosse
analfabeta . Mi interrompesti: «Lo sai che alcuni studiosi danno ragione ai
tuoi genitori?». Si è vero, ma pur escludendo la posizione dello storico
Antonino Ceravolo che nel merito non esprime giudizi supponendo che
"certe forme" declinate nelle poesie, siano frutto della notevole
intelligenza del poeta coniugata alle continue frequentazioni di
casa Chimirri. Caro Domenico non condivido che tanti serresi, anche in
possesso di buona o notevole preparazione, si affannino tanto a
voler conferire a Mastro Bruno, su prove che non hanno, titoli di studio
conoscenze scolastiche, senza rendersi conto che un poeta analfabeta è un
fenomeno unico, una grande risorsa per la Comunità. Ritengo vera la
notizia ereditata da mio padre (nato il 1902) perché l'apprendeva da sua madre, da
suo padre Giacinto e indirettamente dal nonno Luigi Damiani,
entrambi nati a Serra, dove esercitavano la professione di avvocato. Il
mio bisnonno Luigi fu fino al 1863 tre volte sindaco di Serra e il primo
sindaco della Italia unita. Entrambi conoscevano bene Mastro Bruno.
Caro Domenico a fronte di tale notizia vera, corretta, ritrovo una
serie contraria di sole supposizioni non provate. La mia parola varrebbe
poco. Caro Domenico cerco di sostenere, fin dove possibile, la verità se è
esatto quanto mi riferiva mio padre o le supposizioni altrui. Mi spiace dover commentare supposizioni, sicuramente in buona fede, in particolare
quelle più passionali dell'amico Sharo Gambino, sincero ma fermo e convinto assertore , come sempre, delle proprie idee. Così come quelle meno rigide dell'altro
amico Biagio Pelaia, entrambi autori di un libro su mastro Bruno. Si
sostengono, si condividono nel voler dire e spigare, ma solo solo
supponendo che Mastro Bruno non poteva essere analfabeta perché suppongono: 1) la
durezza del mestiere non permetteva a mastro Bruno di usare con facilità la
penna; 2) si occupava di politica locale e fu consigliere comunale; 3) fu
giurato popolare presso il tribunale di Catanzaro. E, altro ancora.
Di quanto sostenuto al primo punto, avendo conosciuto
di persona e in qualità di amico sia Gambino che Pelaia, non posso dubitare, nemmeno per assurdo, della loro
provata buona fede. Nel 1965 reperire informazioni era molto difficile. Leggendo i loro contributi si evince chiaramente che
Mastro Bruno faceva lo scalpellino se e quando trovava lavoro. Se le poesie
hanno un contenuto di verità è chiaro che avesse tanti, tanti giorni
liberi durante i quali a questo punto non scriveva. Suppongo avesse
ragione mio padre. Mastro Bruno era analfabeta. Secondo quanto dichiarato Mastro
Bruno ricoprì numerosi incarichi per i quali avrebbe necessariamente dovuto vergare
di proprio pugno (non c’erano computer) appunti,
promemoria, bozze di lettera,
scadenze e quant'altro che fosse attinente ad un lavoro svolto e che non gli
provocava dolori agli arti ne gli impediva di procreare. E’ possibile che in un
bacino così vasto di ricerca nessuno abbia mai trovato uno scritto anche
piccolo, piccolissimo o irrilevante del poeta? (patetica la notizia, Don Franceso Cuteri-Mastro Bruno, se basata, tra i due, su una differenza di età di 7 / 8 anni .) Suppongo avesse ragione mio
padre, il quale mi disse più volte che
all'epoca c'era una percentuale elevatissima di analfabeti e che questi
ricoprissero incarichi sociali era un fatto del tutto normale, scontato.. Nel
salutarci mi dicesti: «Ritengo che un Blog da te gestito sarà una grande
risorsa e appena arrivo a casa a
Soverato ti invierò documenti che ti potranno essere utili.
Il blog su mastro
Bruno sarà per te un serio sacrificio, un importante lavoro e, come
mio
contributo, ti consentirò di rendere note alcune mie considerazioni. Dopo circa
un’ora il WhatsApp coi documenti. Gesto unico che solo tu potevi compiere e la tua educazione ti impedì di dirmi che il tuo libro "Fabrizia , Serra San Bruno"
del 2012» conteneva le notizie che cercavo. Ti abbraccio, Giacinto.
Caro Giacinto,
so perfettamente quanto stimavi mio padre e conosco
gli antichi rapporti di amicizia che c’erano tra le nostre famiglie; ti basti
pensare che il mio bisnonno Giuseppe Maria dipinse il ritratto del tuo bisnonno
Luigi. Ti ho inviato due documenti su mastro Bruno, che faranno parte di un
libro che sto scrivendo sul poeta dopo aver recuperato tutti i volti dei
personaggi citati nelle poesie attraverso dipinti e fotografie d’epoca ma
soprattutto un manoscritto coevo a mastro Bruno, forse una copia del famoso
quaderno scomparso, che contiene almeno tre composizioni inedite oltre alla
trascrizione di poesie molto conosciute senza emendamenti e modernizzazioni. Ti
chiarisco però la mia posizione sul vero o presunto analfabetismo di mastro
Bruno per evitare equivoci. Fino
ad oggi la ricerca archivistica ha dimostrato soltanto che il nostro poeta era
capace di apporre la firma in calce a documenti e contratti di lavoro e
nient’altro. Certo è che durante la stesura dell’atto di matrimonio, nel 1867
quando aveva 30 anni, dichiarò di fronte all’ufficiale dello stato civile di non
saper firmare e nel 1890 fu inserito in un elenco di analfabeti esclusi dal
diritto di volto, pubblicato sulla regia gazzetta ufficiale. Potrebbe aver
imparato per meri fini elettorali, ma questa è una supposizione e io voglio
stare ai fatti. Non so se la moglie abbia abortito 11 volte o se sia stato
arruolato nella fanteria borbonica o se abbia imparato i primi rudimenti di
grammatica e aritmetica dal sacerdote don Francesco Cuteri. Queste sono notizie
tramandate nella sua famiglia e io non ho motivo di non crederci ma,
semplicemente, non posso provare storicamente queste affermazioni. Sappi
comunque che analfabetismo o capacità di firmare non escludono la possibilità
di possedere una certa cultura, dovuta forse alle ormai chiarite ascendenze familiari o alle sue frequentazioni. Una
cultura generale, e in particolare letteraria, si percepisce leggendo le sue
liriche. Tanto ci deve bastare.
Ti abbraccio,
Domenico
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