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Arrivederci ...

Con immenso dolore annunciamo che è mancato all’affetto dei suoi cari il nostro amato Presidente Giacinto Damiani. Il funerale avrà luogo domani, sabato 21 maggio, alle ore 15.30 nella Chiesa di Maria Santissima dei Sette Dolori di Serra San Bruno (VV). Esempio di dedizione all’onestà, al lavoro e alla famiglia, lascia un vuoto incolmabile nel cuore di quanti in vita ne hanno apprezzato la profondità di cuore e l’impegno sociale. E’ infinitamente difficile trovare le parole giuste in questo momento per ricordare un amico, un collega, un padre; ma con la Sua lungimiranza ci ha lasciato in aiuto, tra le tante, questa poesia.     Sandro Gaetano Una lacrima per chi nasce, un sorriso per chi muore (Giacinto Damiani, 11.08.21) Se il riposo non ci fosse? Se il dolore dominasse? Se la vita fosse eterna? Tutti via con la lanterna  a cercare il Creatore, invocandone col core, Sora Morte e con fervore. Quandu muoru io? Faciti festa!  Ca io la tiegnu a parrari! A cui assumigghja sora Morte? Nu puo

Pisani Domenico e (è) la paternità del blog



Caro Domenico,
memoria, riconoscenza, rispetto, secondo la cultura universale di Mastro  Bruno, sono il naturale, indispensabile, carburante del vivere civile, capace di condizionare in positivo, lo sviluppo e  il progresso della comunità e del territorio.
Con tali sentimenti  all'età di sedici anni, (vedi "Cronaca Sirrisi") già stimavo tuo padre Giuseppe Maria Pisani prevedendone, consentimi, l'importanza per il futuro di Serra San Bruno. Il suo successo, accompagnato dalla crescente qualità delle sue opere, travalicò - e non di poco - i confini previsti e in cuor mio auspicati,  perché nutrivo per la persona rispetto e affetto largamente giustificati e, ampiamente dichiarati fino al 2016. Gli scritti, depositati anche in Certosa, sono  reperibili sul blog (vedi "Giusmaria" e "Giuseppe Maria Pisani, ricordo dell'uomo"). I conti tornano, specie nel mio caso. Così, dopo tanti lustri, dopo averti rincontrato nella veste di acclarato, prezioso storico d'arte e docente, consumando una pessima cena mitigata da un interessante carrellata a ritroso nel tempo, rilevatasi utile, ti confidai il desiderio di voler continuare a valorizzare l'uomo Mastro Bruno e i relativi  insegnamenti espressi e taciuti, ritenendolo, per valori riconosciuti anche dal prestigioso dizionario biografico Treccani, il miglior depositario della cultura universale" (vedi "auguri a Mastro Brunu"). Aggiunsi: «Vorrei dedicargli  un Blog utile anche al territorio». Forse per  provocarmi dicesti:  «Perché non lo fai?». Sostenni  che intanto ero un candidato di seconda serie, non potevo far pesare una conoscenza letteraria che non avevo e  poco sarebbe valso sostenere che avevo appreso dai miei genitori che Mastro Bruno fosse analfabeta . Mi interrompesti: «Lo sai che alcuni studiosi danno ragione ai tuoi genitori?».  Si è vero, ma pur escludendo la posizione dello storico Antonino Ceravolo che nel merito  non esprime giudizi supponendo che "certe forme" declinate nelle poesie, siano frutto  della notevole intelligenza del poeta  coniugata alle continue frequentazioni di casa Chimirri. Caro Domenico non condivido che tanti serresi, anche in possesso di buona o notevole preparazione,  si affannino tanto  a voler conferire a Mastro Bruno,  su prove che non hanno, titoli di studio conoscenze scolastiche, senza rendersi conto che  un poeta analfabeta è un fenomeno unico, una grande risorsa per la Comunità.  Ritengo vera la notizia ereditata da mio padre (nato il 1902) perché  l'apprendeva da sua madre, da suo  padre Giacinto e  indirettamente dal nonno Luigi Damiani, entrambi nati a Serra, dove esercitavano la professione di avvocato. Il mio bisnonno Luigi fu fino al 1863 tre volte sindaco di Serra e il primo sindaco della Italia unita.  Entrambi conoscevano bene  Mastro Bruno. Caro Domenico a fronte di tale  notizia  vera, corretta, ritrovo una serie contraria di sole supposizioni non provate. La mia parola varrebbe poco. Caro Domenico cerco di sostenere, fin dove possibile, la  verità se è esatto quanto mi riferiva mio padre o le supposizioni altrui. Mi spiace dover commentare supposizioni, sicuramente in buona fede, in  particolare quelle più passionali dell'amico Sharo Gambino, sincero ma fermo e convinto assertore , come sempre, delle proprie idee. Così come  quelle meno rigide  dell'altro amico Biagio Pelaia, entrambi autori di un libro su mastro Bruno.  Si sostengono, si condividono  nel voler dire e spigare,  ma solo solo supponendo che Mastro Bruno non poteva essere analfabeta perché suppongono: 1)  la durezza del mestiere non permetteva a mastro Bruno di usare con facilità la penna; 2) si occupava di politica locale e fu consigliere comunale; 3) fu giurato popolare presso il tribunale di Catanzaro. E, altro ancora.   

Di quanto sostenuto al primo punto, avendo conosciuto di persona e in qualità di amico sia Gambino che Pelaia,  non posso  dubitare, nemmeno per assurdo, della loro provata buona fede. Nel 1965 reperire informazioni era  molto difficile. Leggendo i loro contributi si evince chiaramente che Mastro Bruno faceva lo scalpellino se e quando trovava lavoro. Se le poesie hanno un contenuto di verità è chiaro che avesse tanti, tanti giorni liberi durante i quali a questo punto non scriveva. Suppongo avesse ragione mio padre. Mastro Bruno era analfabeta. Secondo quanto dichiarato Mastro Bruno ricoprì numerosi incarichi per i quali avrebbe necessariamente dovuto vergare di proprio pugno (non c’erano computer) appunti,  
promemoria, bozze di lettera, scadenze e quant'altro che fosse attinente ad un lavoro svolto e che non gli provocava dolori agli arti ne gli impediva di procreare. E’ possibile che in un bacino così vasto di ricerca nessuno abbia mai trovato uno scritto anche piccolo, piccolissimo o irrilevante del poeta? (patetica la notizia, Don Franceso Cuteri-Mastro Bruno, se basata, tra i due, su una differenza di età di 7 / 8 anni .) Suppongo avesse ragione mio padre, il quale mi  disse più volte che all'epoca c'era una percentuale elevatissima di analfabeti e che questi ricoprissero incarichi sociali era un fatto del tutto normale, scontato.. Nel salutarci mi dicesti: «Ritengo che un Blog da te gestito sarà una grande risorsa e appena arrivo a  casa a Soverato ti invierò documenti che ti potranno essere utili. 
Il blog su mastro Bruno sarà per te un serio sacrificio, un importante lavoro e, come 
mio contributo, ti consentirò di rendere note alcune mie considerazioni. Dopo circa 
un’ora il WhatsApp coi documenti. Gesto unico che solo tu potevi compiere e la tua educazione ti impedì di dirmi che il tuo libro "Fabrizia , Serra San Bruno" 
del 2012» conteneva le notizie che cercavo. Ti abbraccio, Giacinto.


Caro Giacinto,
so perfettamente quanto stimavi mio padre e conosco gli antichi rapporti di amicizia che c’erano tra le nostre famiglie; ti basti pensare che il mio bisnonno Giuseppe Maria dipinse il ritratto del tuo bisnonno Luigi. Ti ho inviato due documenti su mastro Bruno, che faranno parte di un libro che sto scrivendo sul poeta dopo aver recuperato tutti i volti dei personaggi citati nelle poesie attraverso dipinti e fotografie d’epoca ma soprattutto un manoscritto coevo a mastro Bruno, forse una copia del famoso quaderno scomparso, che contiene almeno tre composizioni inedite oltre alla trascrizione di poesie molto conosciute senza emendamenti e modernizzazioni. Ti chiarisco però la mia posizione sul vero o presunto analfabetismo di mastro Bruno per evitare equivoci. Fino ad oggi la ricerca archivistica ha dimostrato soltanto che il nostro poeta era capace di apporre la firma in calce a documenti e contratti di lavoro e nient’altro. Certo è che durante la stesura dell’atto di matrimonio, nel 1867 quando aveva 30 anni, dichiarò di fronte all’ufficiale dello stato civile di non saper firmare e nel 1890 fu inserito in un elenco di analfabeti esclusi dal diritto di volto, pubblicato sulla regia gazzetta ufficiale. Potrebbe aver imparato per meri fini elettorali, ma questa è una supposizione e io voglio stare ai fatti. Non so se la moglie abbia abortito 11 volte o se sia stato arruolato nella fanteria borbonica o se abbia imparato i primi rudimenti di grammatica e aritmetica dal sacerdote don Francesco Cuteri. Queste sono notizie tramandate nella sua famiglia e io non ho motivo di non crederci ma, semplicemente, non posso provare storicamente queste affermazioni. Sappi comunque che analfabetismo o capacità di firmare non escludono la possibilità di possedere una certa cultura, dovuta forse alle ormai chiarite ascendenze familiari o alle sue frequentazioni. Una cultura generale, e in particolare letteraria, si percepisce leggendo le sue liriche. Tanto ci deve bastare.
Ti abbraccio,
Domenico


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